Il “Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà” (D.P.R. 230/2000) disciplina molti aspetti pratici della vita dei detenuti e stabilisce che gli istituti di pena debbano anche proporre attività di natura culturale e ricreativa, laddove possibile. In particolare, l’art. 71 (Compiti di animazione e assistenza) ammette che singoli detenuti che mostrino particolari attitudini nel collaborare con i programmi dell’istituto possano svolgere compiti di animazione nelle “attività di gruppo, di carattere culturale, ricreativo e sportivo, nonché di assistenza nelle attività di lavoro in comune”. In ogni caso, il personale dell’istituto deve assicurare che l’incaricato non acquisisca, in ragione di tale mansione, una posizione di preminenza sugli altri detenuti.
“I Codici per l’attività di Polizia Penitenziaria”, giunti alla IV edizione, offrono, in quasi 1300 pagine, un’esaustiva panoramica sulla normativa di riferimento, costituita tra l’altro, dai Codici penale e di procedura penale e dalla legislazione speciale penale di maggior interesse per l’attività di polizia penitenziaria, disponibile anche tramite QR Code.
“I Codici per l’attività di Polizia Penitenziaria” di Piero Luigi Vigna e Roberto Alfonso