La revisione delle sentenze di condanna penale

   Le cronache italiane hanno approfondito, di recente, il caso di Beniamino Zuncheddu, 58enne condannato all’ergastolo per duplice omicidio nella strage del Sinnai, legata a una faida tra allevatori risalente agli anni ’90. L’uomo, dichiaratosi sempre innocente e contrario ai benefici carcerari concessi nel caso di confessione, ha persuaso l’ex Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, Francesca Nanni, che ha approvato la revisione del processo. L’iniziativa è riuscita a dimostrare l’inattendibilità di uno dei feriti, sopravvissuto ai fatti di sangue, a suo tempo testimone-chiave per giungere alla condanna. L’inattendibilità del teste è stata infatti confermata anche da alcune intercettazioni ambientali nelle quali l’uomo, appena convocato in Procura, aveva confidato alla moglie che i magistrati avevano compreso l’erroneità della sentenza di condanna nei confronti di Zuncheddu.

   La disciplina della revisione delle sentenze di condanna penale è definita dagli articoli 629 (Condanne soggette a revisione) e seguenti del Codice di procedura penale ed è consultabile nel volume di Roberto Alfonso e Piero Luigi Vigna, “Codice Penale. Codice di Procedura penale Norme speciali”, giunto alla XXXIII edizione.

 

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                “Codice Penale. Codice di Procedura penale Norme speciali” di Roberto Alfonso e Piero Luigi Vigna

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