Nel giugno 2024 un noto ricercatore subacqueo del Cilento, in provincia di Salerno, è stato indagato dalla Capitaneria di Porto per detenzione non autorizzata di due antiche anfore di epoca romana, rinvenute durante un’esplorazione del Tirreno. Il sub ha inoltre dichiarato ad alcune testate giornalistiche di aver individuato alcuni antichi scafi, ma di essere restìo a segnalarli alle Autorità competenti per il fatto che nel passato non gli erano stati accordati i previsti riconoscimenti e premi in denaro.
Il ritrovamento di beni archeologici è regolato dall’art. 92 (Premio per i ritrovamenti) del Testo Unico, che riconosce, in generale, “un premio non superiore al quarto del valore delle cose ritrovate” al proprietario dell’immobile e anche allo scopritore che abbia “ottemperato gli obblighi previsti dall’articolo 90”, vale a dire dandone avviso al Sindaco, alla Soprintendenza o all’Autorità di Pubblica Sicurezza, nel caso di rinvenimento fortuito.
L’opera del Tenente Colonnello Silvio Mele, “La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali“, delinea la normativa di settore aggiornata e si sofferma sul regime di “inalienabilità assoluta” del demanio culturale, dando spazio alle forme di tutela dei collezionisti e degli appassionati nonché agli adempimenti spettanti a venditori di beni usati, preziosi o di oggetti d’arte che intendano operare in piena legalità.
“La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali” di Silvio Mele