Descrizione
La Polizia Locale sta diventando sempre di più un organo rilevante per il controllo del territorio, per la repressione di illeciti amministrativi e di reati e per il contrasto di fenomeni che influiscono sulla c.d. “sicurezza urbana” o che compromettono il decoro urbano: ci riferiamo alla prostituzione, all’accattonaggio, alle piccole attività, consistenti nella vendita di qualche merce o nell’offerta di qualche servizio (lavavetri), svolte su suolo pubblico e/o sulla carreggiata stradale o alla predisposizione di vere e proprie attività abusive di vendita su suolo pubblico che possono assumere, di volta in volta, dimensioni e rilevanza diverse. Ma se la normativa più recente ha inteso coinvolgere sempre di più la Polizia Locale in tali attività e se la prassi quotidiana vede impegnata la Polizia Locale in attività sempre più complesse, questa è attrezzata per fronteggiare adeguatamente, tutelando anche i propri operatori, queste incombenze? Il legislatore (nazionale e regionale) ha valutato la normativa vigente che disciplina il servizio di Polizia Locale e, se sì, perché non è intervenuto adeguandola alle ulteriori esigenze? O forse si è adottata la soluzione, più comoda, che punta all’utilizzo immediato di una forza presente in maniera cospicua e capillare sul territorio, rinviando sine die un eventuale adeguamento normativo della Polizia Locale che dovrebbe necessariamente incidere sull’organizzazione, sulla logistica, sull’addestramento e sulla disciplina del rapporto di lavoro in ogni sua fase (dall’assunzione all’addestramento, alle tutele per gli operatori)?