Il caso del ‘tesoro di Como’

   Dopo il contenzioso amministrativo legato al “tesoro di Como”, costituito da centinaia di preziose monete auree di età tardo imperiale rinvenute in un cantiere edile in centro città, è tornata alla ribalta la previsione in tema di ritrovamento di beni archeologici di cui all’art. 92 (Premio per i ritrovamenti) del Testo Unico. La legge riconosce, in generale, “un premio non superiore al quarto del valore delle cose ritrovate” al proprietario dell’immobile e anche allo scopritore che abbia “ottemperato gli obblighi previsti dall’articolo 90”, vale a dire dandone avviso al Sindaco, alla Soprintendenza o all’Autorità di Pubblica Sicurezza, nel caso di rinvenimento fortuito.

   L’opera del Tenente Colonnello dei Carabinieri Silvio Mele, “La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali“, delinea la normativa di settore aggiornata e si sofferma, tra l’altro, sul regime di “inalienabilità assoluta” del demanio culturale, enumerando anche gli adempimenti e le forme di tutela dei collezionisti e degli  appassionati nonché la disciplina dettata per i venditori di beni usati, preziosi o di oggetti d’arte che intendano operare in piena legalità.

 

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                         “La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali” di Silvio Mele

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