Al termine di un lungo contenzioso, la Cassazione ha respinto il ricorso nell’interesse di un esponente di Cosa Nostra residente a Cinisi (PA) e deceduto nel 2022. Il valore totale dei beni sottratti agli eredi ammonta a circa 150 milioni di euro ed è frutto di una ricostruzione della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo, che fin dal 2007 aveva verificato l’operatività del “prevenuto” e le sue relazioni, mappando le disponibilità e le titolarità dirette e indirette dell’uomo, a sua volta figlio di un capomafia ucciso nel 1981 a Palermo.
Tra i beni e i valori destinati a confisca rientrano quote in imprese edili e di trasporto, turistiche ed estrattive, ma anche numerose unità immobiliari, una cava, beni agricoli e appezzamenti di terreno, complessi industriali di oltre 50 mila metri quadri e una grande struttura alberghiera a San Vito Lo Capo (TP).
L’opera “Patrimoni illeciti e strumenti di contrasto”, a firma del Magistrato Michele Prestipino Giarritta, di Paolo Carretta, Mirko Piersimoni e Giovanna Barletta, descrive in quasi 450 pagine, tutti gli istituti di contrasto all’accumulo e alla gestione/occultamento di patrimoni illeciti e il ruolo delle Forze dell’ordine in questa delicata attività, dando anche conto dell’evoluzione giurisprudenziale in materia.