L’impiego del “braccialetto elettronico”

  L’ex boss della Mala del Brenta, il veneto Felice Maniero, divenuto in seguito collaboratore di giustizia e dotato di nuova identità, è tornato di recente sulle cronache per un’aggressione alla sorella e per un provvedimento giudiziario di divieto di avvicinamento, con obbligo di indossare il “braccialetto elettronico”, nel quadro della normativa anti-stalker. Il medesimo strumento tecnologico viene però utilizzato anche per condannati che scontano la pena agli arresti domiciliari.

  Nell’ambito del diritto penitenziario, il Regolamento (D.P.R. 230/2000) stabilisce all’art. 23 (Modalità dell’ingresso in istituto) che il direttore o un suo delegato forniscano al detenuto una serie di informazioni, compreso il consenso a utilizzare procedure di controllo mediante mezzi tecnici come il c.d. braccialetto elettronico, disciplinato dall’art. 275-bis Cp.p..

  La V edizione del manuale “Diritto Penitenziario”, di Sebastiano Ardita, Leonardo Degl’Innocenti e Francesco Faldi, espone in modo agile, ma analitico, una materia in continua evoluzione per effetto delle modifiche normative e degli approdi giurisprudenziali nazionali e sovranazionali in tema di esecuzione della pena, dignità degli interessati e misure alternative alla pena.

 

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               “Diritto Penitenziario”, di Sebastiano ArditaLeonardo Degl’Innocenti e Francesco Faldi

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